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IL MIO BLOG DI RICERCA

Il Bafometto di E.Levi

  • Immagine del redattore: Giovanni Silvestri
    Giovanni Silvestri
  • 3 mag 2023
  • Tempo di lettura: 10 min

Nel 1861 l’occultista francese Eliphas Levi incluse nel libro Dogmes et Rituels de la Haute Magie (dogmi e rituali di alta magia), un disegno che sarebbe diventato la più diffusa effigie del Bafometto: un capro umanoide alato, dotato di seni e con una torcia tra le corna (immagine in alto). La figura ha molte analogie con le divinità sopra descritte. Comprende anche diversi altri simboli esoterici relativi ai concetti incarnati dal Bafometto. Scrive Levi nella prefazione del libro:

“La capra sul frontespizio reca sulla fronte il segno del pentagramma con la punta rivolta verso l’alto, simbolo di luce. Le mani formano il segno dell’ermetismo, una tesa verso l’alto, cioè verso la luna bianca di Chesed, l’altra tesa verso il basso, verso la luna nera di Geburah. Questo segno esprime la perfetta armonia tra misericordia e giustizia. Un braccio è femminile e l’altro maschile come le braccia dell’Androgino di Khunrath. La fiamma in mezzo alle corna simboleggia la luce magica dell’equilibrio universale, l’immagine dell’anima elevata sopra la materia proprio come la fiamma – pur essendo legata alla materia – brilla sopra di essa. La brutta testa di bestia esprime l’orrore del peccatore che agisce nella materia, il quale deve sopportare la punizione; perché l’anima per sua stessa natura è insensibile e può soffrire solo se incarnata. L’asta eretta sui genitali è il simbolo della vita eterna, il corpo squamoso, l’acqua, il semicerchio sopra l’atmosfera, le piume del volatile. L’umanità è rappresentata dai due seni e le braccia androgine di tale sfinge delle scienze occulte.”

 Levi quindi attraverso il corpo del Bafometto risalta l’unione di forze opposte, come nella prassi alchemica, che genererebbe la luce astrale, la base della magia e l’illuminazione. Un personaggio androgino in quanto sintesi delle caratteristiche di entrambi i sessi: seni femminili e un’asta che rappresenta il fallo eretto.  Un fallo che in realtà è il Caduceo di Hermes: asta con due serpenti intrecciati.  Il Caduceo rappresenta esotericamente anche l’attivazione dei chakra, o del Kundalini, dalla base della spina dorsale fino alla ghiandola pineale. Comunque un concetto di androginia che riveste una grande importanza nella filosofia occulta in quanto è rappresentativo del più alto livello di iniziazione nella ricerca del divenire ‘uno con Dio.’ “La scienza è reale solo per coloro i quali riconoscano e comprendano la filosofia e la religione; e il suo processo avrà successo solo per l’Adepto che abbia conseguito la sovranità della volontà, diventando sovrano del mondo elementare: per il grande agente del Sole, è la forza descritta nel Simbolo di Hermes, della tavola di smeraldo; il potere magico universale; la forza motrice ardente spirituale; Od per gli Ebrei; Luce Astrale, secondo altre culture. In ciò risiede il fuoco segreto, vivo e filosofico, di cui tutti i filosofi ermetici parlano con la riserva più misteriosa: il Seme Universale di cui serbano il segreto e che effigiano solo sotto forma del Caduceo di Hermes.”  (E. Levi)

Un Bafometto quindi simbolico della Grande Opera alchemica dove forze distinte e opposte sono riunite in perfetto equilibrio per generare la Luce Astrale. Tale processo alchemico è rappresentato ancora meglio dall’espressione Solve et Coagula leggibile sulle braccia del Bafometto. Le mani del Bafometto inoltre formano il gesto dell’ermetismo – rappresentazione dell’assioma Come sopra, Così Sotto. Questo motto riassume l’insieme degli insegnamenti e gli scopi dell’ermetismo, in cui il microcosmo (uomo) è come il macrocosmo (universo). Pertanto, comprendere il primo equivarrebbe a comprendere l’altro, come citato nelle Tavole di Smeraldo di Ermete Trismegisto: “Ciò che è sotto corrisponde a ciò che è sopra, e ciò che è sopra a ciò che è sotto, per compiere i miracoli dell’Unità”. , Aleister Crowley, seguace di Levi di cui credeva esserne la reincarnazione, vide nel Bafometto, di cui assunse il nome, la Pietra angolare della Grande Opera, nel suo libro, del 1929, “Le Confessioni” affermava:”La parola ?????, il titolo mistico dato da Cristo a Pietro in qualità di pietra angolare della Chiesa, ha il medesimo valore. Finora, il Mago aveva dimostrato grandi qualità! Aveva chiarito il problema etimologico e spiegato il motivo per cui i Templari abbiano dato il nome di Bafometto al loro cosiddetto idolo. Bafometto era Padre Mitra, la pietra cubica che era l’angolo del Tempio.”

Il Bafometto diventò una figura importante nel Thelema, il sistema mistico che Crowley fondò agli inizi del 20° secolo. Così ancora lo definisce nel suo “Magick, Liber ABA”: “Il diavolo non esiste. Si tratta di un falso nome inventato dai Fratelli Neri per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni. Un diavolo che possieda l’unità sarebbe un Dio … ‘Il Diavolo’ è storicamente il Dio di tutte le persone che soffrano di antipatie personali … Tale serpente, Satana, non è il nemico dell’uomo ma Colui che ha fatto dei della nostra razza tramite la conoscenza del Bene e il Male; Egli ordinò ‘Conosci te stesso!’ e insegnò l’iniziazione. E’ “Il Diavolo” del Libro di Thot, e il Suo emblema è il Bafometto, l’Androgino che è il geroglifico della perfezione arcana … Egli è dunque Vita e Amore. Ma del resto la sua lettera è ayin, l’occhio, in modo che egli sia luce; e la sua immagine zodiacale è il Capricorno, quella capra che salta, il cui attributo è la Libertà.”

Nella deriva occultista de “La Chiesa di Satana” di Anton Lavey, fondata nel 1966, il Sigillo di Bafometto diventa il suo emblema ufficiale.

Probabilmente questo sigillo fu ispirato da questa illustrazione di Stanislas de Guaita, maestro di Oswald Wirth, nella “Clef de la Magie Noire (La Chiave della Magia Nera)” del 1897:

Ne “La Bibbia di Satana” Lavey descrive così il simbolo di Bafometto: “Il simbolo del Bafometto fu usato dai Templari per rappresentare Satana. Attraverso i secoli tale simbolo è stato chiamato con molti nomi diversi, tra cui: La Capra di Mendes, La Capra di mille giovani, La Capra nera, La Capra di Giuda e – forse il più appropriato di tutti – Il Capro Espiatorio. Egli rappresenta le Potenze delle Tenebre combinate alla fertilità generativa della capra. Nella sua “pura” forma il pentagramma comprende la figura di un uomo all’interno della stella a cinque punte, con tre punte verso l’alto e due verso il basso – a simboleggiare la natura spirituale dell’uomo. Nel satanismo è utilizzato anche il pentagramma, ma dato che il satanismo rappresenta gli istinti carnali dell’uomo, o l’opposto della natura spirituale, il pentagramma è invertito per ospitare perfettamente la testa del capro – le corna, che rappresentano la dualità, la sfida alla spinta verso l’alto; gli altri tre punti invertiti o la trinità negata. Le figure ebraiche attorno al cerchio esterno del simbolo derivano dagli insegnamenti magici della Cabala e sono la definizione del Leviatano, serpente dell’abisso acquoso identificato con Satana. Tali cifre corrispondono alle cinque punte della stella rovesciata”.

Ma le rappresentazioni della sola testa del Bafometto, soprattutto in Italia, sono da ricercare anche nel significato della “testa mozza” piuttosto frequente presso i Celti. Le leggende celtiche sono piene di racconti in cui si parla del potere occulto dei crani. Grande era ritenuto infatti il sapere delle teste dei morti: se le si interrogava in maniera opportuna, tutto da loro si poteva apprendere. M.Eliade, noto studioso di storia delle religioni, sottolinea come “la divinazione a mezzo della testa mummificata di Mimir ricordi la divinazione mediante i crani di antenati sciamani praticata dagli Yukaghiri delle steppe asiatiche”. Le culture celtiche e germaniche hanno conservato, quindi, numerosissimi ed evidenti tratti sciamanici. Anche il Cristianesimo, come noto, ha sempre onorato una testa mozza, quella del Battista, il che spiega il grande culto riservato a tale Santo proprio dai Templari. In questo caso il Bafometto rappresenterebbe proprio la testa del Battista.

Non dimenticando, inoltre, in ambito alchemico l’importanza del “Caput mortuum”, simbolo rappresentante la fase della “Nigredo”. 1861 l’occultista francese Eliphas Levi incluse nel libro Dogmes et Rituels de la Haute Magie (dogmi e rituali di alta magia), un disegno che sarebbe diventato la più diffusa effigie del Bafometto: un capro umanoide alato, dotato di seni e con una torcia tra le corna (immagine in alto). La figura ha molte analogie con le divinità sopra descritte. Comprende anche diversi altri simboli esoterici relativi ai concetti incarnati dal Bafometto. Scrive Levi nella prefazione del libro:

“La capra sul frontespizio reca sulla fronte il segno del pentagramma con la punta rivolta verso l’alto, simbolo di luce. Le mani formano il segno dell’ermetismo, una tesa verso l’alto, cioè verso la luna bianca di Chesed, l’altra tesa verso il basso, verso la luna nera di Geburah. Questo segno esprime la perfetta armonia tra misericordia e giustizia. Un braccio è femminile e l’altro maschile come le braccia dell’Androgino di Khunrath. La fiamma in mezzo alle corna simboleggia la luce magica dell’equilibrio universale, l’immagine dell’anima elevata sopra la materia proprio come la fiamma – pur essendo legata alla materia – brilla sopra di essa. La brutta testa di bestia esprime l’orrore del peccatore che agisce nella materia, il quale deve sopportare la punizione; perché l’anima per sua stessa natura è insensibile e può soffrire solo se incarnata. L’asta eretta sui genitali è il simbolo della vita eterna, il corpo squamoso, l’acqua, il semicerchio sopra l’atmosfera, le piume del volatile. L’umanità è rappresentata dai due seni e le braccia androgine di tale sfinge delle scienze occulte.”

 Levi quindi attraverso il corpo del Bafometto risalta l’unione di forze opposte, come nella prassi alchemica, che genererebbe la luce astrale, la base della magia e l’illuminazione. Un personaggio androgino in quanto sintesi delle caratteristiche di entrambi i sessi: seni femminili e un’asta che rappresenta il fallo eretto.  Un fallo che in realtà è il Caduceo di Hermes: asta con due serpenti intrecciati.  Il Caduceo rappresenta esotericamente anche l’attivazione dei chakra, o del Kundalini, dalla base della spina dorsale fino alla ghiandola pineale. Comunque un concetto di androginia che riveste una grande importanza nella filosofia occulta in quanto è rappresentativo del più alto livello di iniziazione nella ricerca del divenire ‘uno con Dio.’ “La scienza è reale solo per coloro i quali riconoscano e comprendano la filosofia e la religione; e il suo processo avrà successo solo per l’Adepto che abbia conseguito la sovranità della volontà, diventando sovrano del mondo elementare: per il grande agente del Sole, è la forza descritta nel Simbolo di Hermes, della tavola di smeraldo; il potere magico universale; la forza motrice ardente spirituale; Od per gli Ebrei; Luce Astrale, secondo altre culture. In ciò risiede il fuoco segreto, vivo e filosofico, di cui tutti i filosofi ermetici parlano con la riserva più misteriosa: il Seme Universale di cui serbano il segreto e che effigiano solo sotto forma del Caduceo di Hermes.”  (E. Levi)

Un Bafometto quindi simbolico della Grande Opera alchemica dove forze distinte e opposte sono riunite in perfetto equilibrio per generare la Luce Astrale. Tale processo alchemico è rappresentato ancora meglio dall’espressione Solve et Coagula leggibile sulle braccia del Bafometto. Le mani del Bafometto inoltre formano il gesto dell’ermetismo – rappresentazione dell’assioma Come sopra, Così Sotto. Questo motto riassume l’insieme degli insegnamenti e gli scopi dell’ermetismo, in cui il microcosmo (uomo) è come il macrocosmo (universo). Pertanto, comprendere il primo equivarrebbe a comprendere l’altro, come citato nelle Tavole di Smeraldo di Ermete Trismegisto: “Ciò che è sotto corrisponde a ciò che è sopra, e ciò che è sopra a ciò che è sotto, per compiere i miracoli dell’Unità”. , Aleister Crowley, seguace di Levi di cui credeva esserne la reincarnazione, vide nel Bafometto, di cui assunse il nome, la Pietra angolare della Grande Opera, nel suo libro, del 1929, “Le Confessioni” affermava:”La parola ?????, il titolo mistico dato da Cristo a Pietro in qualità di pietra angolare della Chiesa, ha il medesimo valore. Finora, il Mago aveva dimostrato grandi qualità! Aveva chiarito il problema etimologico e spiegato il motivo per cui i Templari abbiano dato il nome di Bafometto al loro cosiddetto idolo. Bafometto era Padre Mitra, la pietra cubica che era l’angolo del Tempio.”

Il Bafometto diventò una figura importante nel Thelema, il sistema mistico che Crowley fondò agli inizi del 20° secolo. Così ancora lo definisce nel suo “Magick, Liber ABA”: “Il diavolo non esiste. Si tratta di un falso nome inventato dai Fratelli Neri per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni. Un diavolo che possieda l’unità sarebbe un Dio … ‘Il Diavolo’ è storicamente il Dio di tutte le persone che soffrano di antipatie personali … Tale serpente, Satana, non è il nemico dell’uomo ma Colui che ha fatto dei della nostra razza tramite la conoscenza del Bene e il Male; Egli ordinò ‘Conosci te stesso!’ e insegnò l’iniziazione. E’ “Il Diavolo” del Libro di Thot, e il Suo emblema è il Bafometto, l’Androgino che è il geroglifico della perfezione arcana … Egli è dunque Vita e Amore. Ma del resto la sua lettera è ayin, l’occhio, in modo che egli sia luce; e la sua immagine zodiacale è il Capricorno, quella capra che salta, il cui attributo è la Libertà.”

Nella deriva occultista de “La Chiesa di Satana” di Anton Lavey, fondata nel 1966, il Sigillo di Bafometto diventa il suo emblema ufficiale.

Probabilmente questo sigillo fu ispirato da questa illustrazione di Stanislas de Guaita, maestro di Oswald Wirth, nella “Clef de la Magie Noire (La Chiave della Magia Nera)” del 1897:

Ne “La Bibbia di Satana” Lavey descrive così il simbolo di Bafometto: “Il simbolo del Bafometto fu usato dai Templari per rappresentare Satana. Attraverso i secoli tale simbolo è stato chiamato con molti nomi diversi, tra cui: La Capra di Mendes, La Capra di mille giovani, La Capra nera, La Capra di Giuda e – forse il più appropriato di tutti – Il Capro Espiatorio. Egli rappresenta le Potenze delle Tenebre combinate alla fertilità generativa della capra. Nella sua “pura” forma il pentagramma comprende la figura di un uomo all’interno della stella a cinque punte, con tre punte verso l’alto e due verso il basso – a simboleggiare la natura spirituale dell’uomo. Nel satanismo è utilizzato anche il pentagramma, ma dato che il satanismo rappresenta gli istinti carnali dell’uomo, o l’opposto della natura spirituale, il pentagramma è invertito per ospitare perfettamente la testa del capro – le corna, che rappresentano la dualità, la sfida alla spinta verso l’alto; gli altri tre punti invertiti o la trinità negata. Le figure ebraiche attorno al cerchio esterno del simbolo derivano dagli insegnamenti magici della Cabala e sono la definizione del Leviatano, serpente dell’abisso acquoso identificato con Satana. Tali cifre corrispondono alle cinque punte della stella rovesciata”.

Ma le rappresentazioni della sola testa del Bafometto, soprattutto in Italia, sono da ricercare anche nel significato della “testa mozza” piuttosto frequente presso i Celti. Le leggende celtiche sono piene di racconti in cui si parla del potere occulto dei crani. Grande era ritenuto infatti il sapere delle teste dei morti: se le si interrogava in maniera opportuna, tutto da loro si poteva apprendere. M.Eliade, noto studioso di storia delle religioni, sottolinea come “la divinazione a mezzo della testa mummificata di Mimir ricordi la divinazione mediante i crani di antenati sciamani praticata dagli Yukaghiri delle steppe asiatiche”. Le culture celtiche e germaniche hanno conservato, quindi, numerosissimi ed evidenti tratti sciamanici. Anche il Cristianesimo, come noto, ha sempre onorato una testa mozza, quella del Battista, il che spiega il grande culto riservato a tale Santo proprio dai Templari. In questo caso il Bafometto rappresenterebbe proprio la testa del Battista.

Non dimenticando, inoltre, in ambito alchemico l’importanza del “Caput mortuum”, simbolo rappresentante la fase della “Nigredo”.

 
 
 

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